L'Enrosadira, termine che deriva dal ladino e significa “diventare rosa”, è il fenomeno che dipinge di rosa-viola le nostre montagne all'alba ed al tramonto ed è causato principalmente dalla costituzione chimica delle Dolomiti: magnesio e carbonato di calcio.
Ma questa è la spiegazione che io preferisco: tanto tempo fa, sul massiccio del Catinaccio, c'era un meraviglioso giardino di rose. Questo roseto apparteneva al Re Laurino, il re dei nani, ed era il suo amato "tesoro".
Oltre al giardino però, il re possedeva anche due armi magiche: una cintura che gli forniva la forza pari a quella di 12 uomini ed una cappa che lo rendeva invisibile. Un giorno il Re dell'Adige decise di dare in sposa la bellissima figlia Similde ed organizzò un grande torneo dove invitò tutti i nobili del circondario, tutti tranne Re Laurino! Il quale però non si perse d'animo e decise di partecipare comunque...ma come ospite invisibile! Arrivato sul campo del torneo, Laurino vide Similde e colpito dalla sua bellezza se ne innamorò all'istante, la caricò in groppa al suo cavallo e fuggì. I combattenti del torneo si lanciarono subito all'inseguimento per riportare indietro Similde, schierandosi in breve davanti al Giardino delle Rose. Re Laurino allora indossò la cintura che gli dava la forza di dodici uomini e si gettò nella lotta. Quando si rese conto che nonostante tutto stava per soccombere, indossò la cappa e si mise a saltellare qua e là nel giardino, convinto di non essere visto. Ma i cavalieri riuscirono ad individuarlo osservando il movimento delle rose sotto le quali Laurino cercava di nascondersi. Lo afferrarono, tagliarono la cintura magica e lo imprigionarono.
Re Laurino infuriato, maledì il giardino di rose, reo di averlo tradito: né di giorno, né di notte, alcun occhio umano avrebbe più potuto ammirarlo!
Ma (per fortuna, aggiungo io!) si dimenticò dell'esistenza dell'alba e del tramonto e fu così che da allora questo incantesimo si ripete nelle prime ed ultime ore del giorno, colorando come un roseto di ineguagliabile bellezza le nostre montagne e prendendo il nome di enrosadira. Non è una bella leggenda?
Ed ecco che, ispirati da questo fenomeno, al Ca' del Bosco abbiamo provato trasferire la magia dei suoi colori in un piatto gustoso e semplice:
le Tagliatelle Enrosadira , cioè una pasta fresca con salsa di rape rosse e mandorle.
Ingredienti per 4 persone:
360/440 g Tagliatelle fresche (ma anche quelle secche vanno bene)
2 barbabietole (di quelle già cotte)
4 cucchiai di mandorle tritate
panna o mascarpone q.b.
burro q.b.
prezzemolo tritato
sale
Frullate le rape riducendole a purè, in una padella fate sciogliere una noce di burro e fatevi tostare il trito di mandorle. Aggiungete la purè di rape (1 cucchiaio a persona circa), un pizzico di sale, mescolate e aggiungete la panna o il mascarpone per rendere la salsa cremosa (magari aggiungendo anche un po' di acqua di cottura della pasta). Scolate la pasta che nel frattempo avete cotto e fatela saltare nella padella con la salsa.
Impiattate cospargendo la pasta con il prezzemolo e la magia dell'Enrosadira è nel piatto!
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